Si possono ancora fare delle canzoni cantautoriali che si strutturino in pulizia di suoni, profondità di riflessione, limpidezza di linguaggio, pur mantenendo una dimensione di originalità e novità? L’ascolto delle canzoni contenute nell’EP “…In effetti, c’ho molto da ridere” del lecchese Andrea Buffa tolgono ogni dubbio al riguardo.
E’ difficile muoversi in quella zona franca della musica che rischia di sconfinare da una parte nel già detto, nel già sentito, dall’altro nell’innovazione ad ogni costo. Andrea Buffa c’è riuscito con grande capacità, ma, credo, soprattutto con grande spontaneità. La struttura musicale appare di una freschezza esemplare, con sonorità soprattutto acustiche con una inclinazione prevalentemente folk, giocata tra chitarra e voce di Andrea, piano e tastiere (Gabriele Buffa), Aron Conti (chitarre e basso), Enrico Sperone (percussioni). Menzione speciale alla bravissima Sonia Cenceschi (alle chitarre). Il suo tocco, la sua versatilità sui diversi tipi di chitarra e la sua originalità di approccio all’arrangiamento, dagli arpeggi agli assoli, dà una nota particolare e originalissima e contribuisce in maniera importante alla cifra complessiva di queste canzoni che si mantiene anche nell’esecuzione dal vivo.
Nelle storie che ci canta Andrea, e che si lasciano ascoltare unendo la piacevolezza all’invito alla riflessione,
ricorrono topos che vanno da quello del viaggio a quello del disagio esistenziale, dalla ricerca di se stessi all’antimilitarismo, il tutto attraverso una pregiata essenzialità, con momenti di autoironia e autobiografia,
Un EP lieve e profondo insieme, realista e poetico, che lascia sempre spazio alla speranza, alla ricerca di noi stessi, al superamento della difficoltà. Un disco da ascoltare e riascoltare che fa ben sperare nel futuro di questo giovane autore.
Tracklist:
01. Ombre della città
02. Una barca rovesciata nel mare
03. L’artista
04. Storia (approdati sull’ultima spiaggia)
05. Il sogno di volare
6. Il fucile
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